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Cum sociis natoque penatibus et magnis

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    Tende e nascondini

    Ogni bambino prova gusto a nascondersi. Il bello è che crede di essere nascosto e di non essere visto se è lui/lei che non vede, anche se una buona parte del corpo risulta invece visibile. Il tentativo è quello di rendere proprio uno spazio, con il proprio corpo, di riempirlo fisicamente.

    Ricordo bene la casa della mia “dada”, così si chiamavano le baby sitter di 40 anni fa, che dava una mano ai miei genitori a gestire me e i miei fratelli. Una delle cose che più ricordo, oltre alle lasagne, alle pesche dolci e al profumo del sapone di Marsiglia del bagno, era la loggia profonda che faceva da corridoio all’appartamento, a sud. E con esso le tende. Una sequenza di circa 10 metri che si increspavano al vento di quel terzo (?) piano di un palazzo del centro storico di Faenza.

    All’interno di quello stesso appartamento erano ancora le tende a fare da ante all’armadio. Dietro una di queste c’era un cavallino a dondolo. Io e Michela, la nipote della mia dada, quando non ci litigavamo l’equino, giocavamo regolarmente a nascondino avviluppati dentro o dietro quelle tende.

    L’architetto Rem Koolhaas con le tende ha fatto tutta una villa a Bordeaux. Il parallelepipedo, duro, della costruzione viene addomesticato su tutte le pareti esterne e parte delle interne, fatte di tende: coprenti per la zona notte, filtranti per la zona notte, idrorepellenti per quelli delle docce (cfr. immagine di copertina)

    Questo progetto è come un tuffo nel passato per me. Il ricordo di quel cavallino, del profumo di Marsiglia e della dada Germana.

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